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Cinzia esposito, nella cui premessa si elencava- no i fatti oggetto di diffida riguardanti la difficoltà di accesso agli atti con attese di mesi ed a volte di oltre un anno per avere una semplice copia di una licenza o di un’abitabilità o di un progetto, le attese pluriennali per l’evasione di un’istanza di concessione in sanatoria, anche in presenza di richieste di procedure d’urgenza finalizzate ad una stipula notarile ed al conseguente accesso al credito di istituti bancari e quindi alla libera circo- lazione degli immobili e alla loro regolarizzazione amministrativa.
La lentezza delle risposte ha portato ad un ral- lentamento ed in alcuni casi ad un vero e proprio impedimento a poter predisporre gli atti di dispo- sizione dei propri diritti dominicali, con sposta- mento delle date di rogito o di contratto di mutuo in attesa di un provvedimento in sanatoria che, seppur sollecitato via PeC molte volte e senza mai risposta alcuna da parte degli Uffici preposti, arrivava solo dopo molti (troppi) mesi che si ag- giungevano ai decenni già trascorsi dall’istanza.
Le risposte alle richieste di accesso agli atti non sono dissimili a quelle relative alla evasione delle istanze di condono edilizio, con i tempi che ho prima accennato e che conosciamo tutti e che portano a ritardi nella presentazione di pratiche edilizie per interventi che vanno dalla semplice manutenzione alla ristrutturazione, fino a inter-
venti ancor più complessi per i quali si deve ne- cessariamente far riferimento a quanto autoriz- zato con la conseguente necessità di prendere visione ed ottenere copia del relativo progetto per poter predisporre ed elaborare gli interventi da effettuare; questi rallentamenti portano a pro- crastinare nei mesi, ed a volte a scoraggiare, gli interventi sul patrimonio edilizio esistente. Questi ritardi nuocciono non solo ai cittadini ed ai profes- sionisti, ma anche all’indotto che gira intorno ad un intervento edilizio e che va dall’impresa che non effettuerà l’opera, ai materiali edili che non verranno venduti, agli impianti elettrici ed idrauli- ci con tutti gli accessori che occorrono per il loro completamento e finitura che restano negli scaf- fali, fino ad arrivare all’acquisto del mobilio dopo aver terminato le opere che non sarà effettuato.
Altra difficoltà che si incontra è l’assenza di dialo- go con gli Uffici, chiusi dall’avvento del lockdown e mai più riaperti, che hanno costretto cittadini e professionisti ad inviare mail per delle semplici ri- chieste di informazioni per le quali si è costretti ad attendere anche mesi.
Le richieste di informazioni, prima del tragico pe- riodo pandemico, venivano risolte con un semplice accesso nell’Ufficio preposto, dove si prendeva un numero e si attendeva il proprio turno, si parlava con un addetto e si andava via con l’informazione cercata: tutto si risolveva dall’oggi al domani.
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